Eh si.. 3 giorni a casa atterrata dall'influenza e quindi con poca voglia sia di cucinare che di postare... ma questa ve la dovevo assolutamente mettere!
Quasi tutti la conoscono ma in pochissimi hanno avuto la fortuna di assaggiare l'originale, magari seduti su qualche terrazza della costiera amalfitana, fatto sta che a Pasqua e dintorni è davvero un must sulla tavola di ormai tutti gli italiani da nord a sud!
Quindi, per quelli come me che non amano la colomba, ecco qua la ricetta per fare un'ottima pastiera; magari non sarà la ricetta originale delle suore del convento di San Gregorio Armeno, ma vi garantisco che vi leccherete i baffi...
Ingredienti
Per la pasta frolla:
300 gr farina
150 gr zucchero
150 gr di burro
1 uovo + 1 tuorlo
Per il ripieno:
580 gr di grano cotto
500 gr di latte intero
500 gr di zucchero
1 bottiglietta di acqua di fiori d'arancio
1 pizzico di sale
la scorza di 1 limone non trattato
1 pizzico di cannella
500 gr di ricotta
6 uova
2 bustine di vanillina
In un'insalatiera lavorate velocemente a mano gli ingredienti per la pasta frolla: mettete la farina, lo zucchero, il burro e le uova e lavorate il tutto molto velocemente con le mani finchè otterrete delle grosse briciole che si compatteranno dando forma ad una palla liscia di pasta.
Avvolgetela nel domopak e mettetela a riposare in frigorifero.
In un pentolino mettete a sciogliere sul fuoco il grano con 250 gr di latte, 1 cucchiaio di zucchero, 1 pizzico di sale, 1/4 della bottiglietta di acqua di fiori d'arancio, la scorza grattuggiata di 1 limone e 1 pizzico di cannella; amalgamate molto bene con l'aiuto di un cucchiaio di legno e fate bollire a fuoco lento per circa 10 minuti. Spegnete il fuoco e fate intiepidire.
Lavorate la ricotta delicatamente con 250 gr di latte e mettetela da parte; in un'altra ciotola sbattete 6 tuorli con tutto lo zucchero (meno il cucchiaio che avete già usato prima) e l'acqua d'arancio rimasta. A questo punto aggiungete la ricotta lavorata con il latte, le 2 bustine di vanillina e il grano cotto che a questo punto sarà tiepido; montate velocemente gli albumi (non occorre che siano montati a neve ferma) e uniteli al tutto.
Foderate una tortiera con bordi a cerniera con della carta forno, create con la pasta frolla un guscio omogeneo e con i bordi alti, versate il ripieno al suo interno e decorate la superficie con delle striscioline di pasta come se fosse una crostata.
Non preoccupatevi se il ripieno vi sembrerà troppo liquido, una volta cotta la vostra pastiera conserverà al suo interno un cuore cremoso e profumatissimo.
Infornate a 180° per 1 ora; passato questo tempo spegnete il forno e lasciatela al suo interno per un'altra mezz'ora.
Importante: per far sì che tutti i suoi profumi e i suoi sapori si fondano perfettamente deve essere preparata due giorni prima di essere servita! (La spolverata di zucchero a velo finale non fa parte della tradizione, quindi potete anche non metterla).
Vi lascio con una leggenda trovata su un sito interamente dedicato a questa meraviglia della pasticceria e che vi consiglio di andare a visitare in quanto è molto interessante: Pastiera.it
Ancora più leggendaria e mitologica la storia della sirena Partenope che incantata dalla bellezza del golfo, disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora. Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d'amore e di gioia.
Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti: accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d'amore che la sirena aveva loro dedicato. Per ringraziarla di un così grande diletto, decisero di offrirle quanto di più prezioso avessero.
Sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope: la farina, forza e ricchezza della campagna; la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle; le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova; il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura; l'acqua di fiori d'arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio; le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo; infine lo zucchero, per esprimere l'ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l'universo.
La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno alla sua dimora cristallina e depose le offerte preziose ai piedi degli dei.
Questi, inebriati anche essi dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.
ti prego ti prego ti prego....una fettina in cambio di una pallina di gelato ;)
RispondiEliminaAdoro la pastiera e non mi sono mai cimentata....
Bacioni
per una pallina del tuo gelato questo e altro!!!
RispondiEliminamamma mia anto la pastiera è venuta benissimo (alla mia mami, io ero atterrata dall'influenza) ma la cosa più buona è il suo profumo d'arancio e di cose buone!
dai, metti in moto, fatti sti 500km che una fetta in frigo c'è ancora... se ti sbrighi te la tengo! :D
Non posso sentire il sapore ma devo essere sincera la foto e' molto molto ghiotta...
RispondiEliminaAlessandra
....se parto adesso c'è ancora??? :D
RispondiEliminacomplimenti alla mami...se mai proverò, seguirò la sua ricetta!
Bacio
@alessandra: per il sapore garantisco io!! buonissima! :P
RispondiEliminaciao e buon week-end!
@anto: ...'manco le briciole sono rimaste!!!
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