8 febbraio 2010

NIET! Ricordi di un week-end a Mosca

Se state pensando di andare a Mosca.. bhè fatelo perchè ne vale davvero la pena! 
Ho sempre subito il fascino di questa città ma non ho mai seriamente pensato di andarci, ma devo ammettere che è stata una delle decisioni migliori mai prese in fatto di viaggi, una vera scoperta.  L'atmosfera che si respira è surreale: la città è giovane e piena di contrasti, si passa dalle vetrine dei negozi delle grandi firme ai quartieri periferici un po’ tristi e scialbi ma forse più autentici. Architettonicamente spettacolare, (per quanto riguarda gli edifici storici e religiosi), e perfettamente pulita in ogni dove (roba che noi ce lo sognamo), i moscoviti sono persone disponibilissime, non parlano piu' di 3 parole in fila di inglese ma si fanno in quattro per farsi capire ed aiutarti quando, con la classica gocciolina di sudore alla tempia, ti vedono scrutare le indicazioni in cirillico della metropolitana.


Già, la metropolitana! Passato lo smarrimento iniziale e passata l'illusione di trovare anche solo un minuscolo cartello con scritto EXIT o qualcuno che parli inglese all'information point (parlano solo russo: ma i russi che bisogno hanno di indicazioni?? lo sanno leggere il cirillico loro! Va bhè..), è assolutamente bellissima, ogni fermata decorata in maniera diversa con stucchi, mosaici, vetrate colorate, bronzi con espliciti decori comunisti e molto altro ancora; vale davvero la pena di passare un paio d'ore su e giu per queste linee scendendo dai treni qua e là per scattare qualche foto e ammirare la bellezza delle volte e delle banchine, magari chiacchierando (more or less) con qualcuno che abbia voglia di raccontarti qualcosa su questa città come è capitato a noi.


E' stato un viaggio organizzato un po' cosi', tra amiche, tipo.. che figata Mosca.. ci andiamo??? Siiii! Pochi giorni dopo avevamo gia' prenotato i voli e stavamo gia' smanettando per l'albergo, anche se non è cosi' facile capire quale possa essere la posizione migliore per l'hotel in una città cosi' grande, quindi ci siamo affidati ad una mia amica che ci era gia' stata e dopo 3 ore di volo e 3 ore di trasferimento in auto dall'aeroporto all'hotel (siii avete letto bene: 3 ore di trasferimento!! traffico caotico da far impallidire New York nell'ora di punta), siamo arrivate con i nostri trolley imbottiti di maglioni davanti all'Hotel Budapest: tanto bello e appariscente all'esterno e nella hall quanto triste e SOVIET nelle camere arredate con i mobili anni '70..! Ma il fascino di questo albergo e di questa città è proprio questo..
Ovviamente la prima cosa che abbiamo fatto subito dopo aver mollato il valigino in camera e aver agguantato un bigliettino da visita dell’hotel (seeeempre farlo quando ti trovi in un paese che utilizza caratteri non occidentali!), è stato catapultarci in Piazza Rossa, e qui.. che dire? Pura magia!
Erano le 9 di sera di un giorno di fine novembre e nonostante non ci fosse la tanto desiderata neve (damn!!), l'atmosfera era magica.. un enorme albero di natale sfarzosamente decorato troneggiava nella piazza di fronte ai grandi magazzini GUM che erano completamente ricoperti di luci dorate e, davanti a noi, subito dopo aver superato con lo sguardo il Mausoleo di Lenin, stava lei.. l'inconfondibile cattedrale di San Basilio. Con le sue cupole che ricordano dei gelati cremosi e i suoi colori vivaci, la cattedrale di per sè non è grandissima, pero' è davvero un piccolo gioiellino; secondo la leggenda, Ivan avrebbe addirittura fatto accecare l’architetto che la realizzò per impedirgli di costruire nuovamente qualcosa di altrettanto bello.


La Piazza Rossa è davvero enorme, (400 metri di lunghezza x 150 di larghezza), si trova immediatamente al di fuori delle mura del Cremlino ed è facile immaginarla gremita di folla durante qualche discorso o cerimonia ufficiale; molti pensano che il nome della piazza abbia a che fare con il comunismo o con qualche atto sanguinoso, ma in realtà il suo nome in russo Krasnaya Ploshchad significa solo bella piazza o qualcosa del genere in quanto krasny in russo antico significa appunto bello.
Il Grande Magazzino di Stato (GUM), è stato per molti anni simbolo di povertà e desolazione in quanto i moscoviti, dopo aver passato interminabili ore in fila per entrare magari pure sotto la neve, si trovavano poi davanti a scaffali semivuoti o a merce scadente; oggi invece i magazzini hanno completamente cambiato volto e sono diventati un enorme centro commerciale pieno di negozi eleganti. Proprio di fronte ai magazzini si trova il Mausoleo di Lenin dove, dopo aver lasciato in custodia macchine fotografiche, telefonini, videocamere e un altro po’ anche le mutande, si può entrare e trovarsi a 2 passi dal grande baldacchino dove giace la salma imbalsamata più famosa al mondo, il tutto in un’atmosfera inquietante, cupa e assolutamente rigorosa.
Dopo aver passato tutta la mattinata a fotografare da ogni angolo la piazza, ci siamo spostate verso il Cremlino, il cuore del potere politico russo: da qui Ivan il Terribile diffuse il terrore, Napoleone assistette all’incendio di Mosca,  Lenin terrorizzò il popolo, Stalin organizzò le purghe e Gorbaciov promosse la perestroika. Dopo aver litigato, o meglio: noi litigavamo ma la simpatica donnina si limitava a sbraitarci in faccia NIET! in risposta a qualsiasi nostra domanda, siamo entrate a visitare l’Armeria. Qui si possono ammirare un’enorme quantità di tesori e ricchezze appartenute alle famiglie degli Zar e alla Chiesa, con oggetti che vanno dalle posate in oro alle carrozze, dalle famose uova di Fabergè ai cavalli imbalsamati (che vizio questo di imbalsamare!); di per sé comunque abbastanza deludente, anche a causa del fatto che anche qui non c’è verso di trovare una didascalia in caratteri occidentali, tanto meno un’addetta al museo che parli inglese.. quando ci siamo infatti avvicinate ad una di queste chiedendo dove si trovassero ‘ste benedette uova, ci ha guardate basita e ci ha indicato l’uscita e la toilette!! Che le stesse antipatico Fabergè?? Chi può dirlo.
All’interno delle mura del Cremlino si trovano cattedrali bellissime, decorate con affreschi religiosi e cupole d’oro e d’argento, ma se soltanto provate a mettere un piede giù dal marciapiede per attraversare l’enorme piazza, spunterà dal nulla una guardia armata con tanto di colbacco che vi ordinerà di risalire sul marciapiede senza tante storie.


Ormai vinte dai morsi dalla fame, abbiamo preso la metropolitana e ci siamo spostate a nord verso Izmayvlosky Park, dove nei week-end si tiene il famoso mercato delle Matrioske, quindi dopo aver mangiato dei buonissimi spiedini di pollo annaffiati da un bel boccale di birra in un ristorantino frequentato unicamente da clienti russi, ci siamo fiondate tra le innumerevoli bancarelle che vendono principalmente matrioske di tutti i tipi, (dalle calamite per il frigo a quelle dipinte a mano), e colbacchi di vera volpe; la contrattazione è d’obbligo e la testardaggine nel farlo pure, ma la cosa alla fine è divertente in quanto lo fai un po’ a gesti, un po’ in inglese e raramente un po’.. in italiano!  Le Matrioske sono tantissime e quasi tutte bellissime, i prezzi sono onesti e diversificati a seconda che il prodotto sia di fabbrica (quindi in serie) oppure unico e decorato a mano. Con il nostro bottino nella borsa siamo tornate verso l’hotel in quanto ormai si era fatto buio e all’interno del mercato non c’era nemmeno una lampadina, quindi era praticamente impossibile continuare a vagare per le bancarelle perché non si vedeva più un tubo! A cena siamo state in un altro localino russo molto carino ma con un menù alla fine molto ridotto e poco tipico, quindi niente specialità russe ma una bella bistecca con contorno di pannocchia; devo dire che il borscht non lo avrei comunque assaggiato in quanto le barbabietole mi fanno schifo, pero’ mi sarebbe piaciuto assaggiare i famosi pelmeni che sono dei tipici ravioli ripieni di carne serviti in varie maniere.
La mattina successiva dopo aver fatto i mini-bagagli, (ebbene sì, si è trattato solo di un breve week-end), abbiamo nuovamente preso la metro e siamo prima andate a prenderci un thè nell’elegante Cafè Pushkin, dopodichè ci siamo spostate un po’  più in periferia per andare a vedere il Convento Novodevichy, un insieme di cupole scintillanti ed edifici in stile barocco-moscovita. Siamo capitate proprio alla fine della messa e quindi c’era un bel viavai di gente, ma la cosa più curiosa è stata entrare all’interno della Chiesa della Trasfigurazione e notare che era completamente sprovvista di panche o di superifici sulle quali sedersi, infatti ogni persona aveva con se un piccolo sgabello pieghevole probabilmente portato da casa.


Insomma, in un week-end non si vede tutto ma si vede molto, queste qui sopra sono solo alcune delle cose che abbiamo visto e dei posti dove siamo state, il ricordo che mi ha lasciato è senz’altro bellissimo, quindi ora non vediamo l’ora di replicare a… San Pietroburgo (ma stavolta in primavera, eh?)!


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